La battaglia di Canne

by Ing. Giuseppe De Marco

L'errore archeologico di Canne sull'Ofanto

E` indubbio che l'Ofanto, ai tempi di Annibale, si chiamasse "Aufidus"; sulla sua riva destra erano le località attualmente denominate "Canne" (che G. Schmiedt identifica con lo "scalo dei canosini" di Strabone), "Canosa" e "Venosa".

E` certo che esistevano, ed esistono, omonime di queste località (sugli "omonimi", oltre le belle lezioni di Strabone, esistono le precisazioni di Plinio, Tolomeo e quelle più tarde di Procopio).

E` documentata l'esistenza di una tradizione, risalente agli inizi del VI secolo d.C., che accredita lo svolgimento della battaglia di Canne sulle rive dell'Ofanto (Procopio L. II,18).

E` ugualmente indubbio che lungo la valle dell'Ofanto si sono succedute civiltà che meritano di essere meglio conosciute e valorizzate.

Secondo l'opinione di quasi tutti gli studiosi, la famosa battaglia di Canne è avvenuta il 2 agosto del 216 a.C. nella zona attualmente delimitata dal triangolo Barletta-Canosa-San Ferdinando di Puglia.

Da sempre questa opinione è stata ritenuta attendibile, anche se non sicura, comunque quasi mai apertamente contrastata e smentita, mai confermata da prove scientifiche o da riscontri oggettivi. La si è accettata perché tutti o quasi tutti così hanno sempre detto, creduto o fatto credere.

Questa battaglia è ancora un richiamo forte, una suggestione unica per tutti, capace di destare la curiosità della gente e la ricerca degli studiosi, soprattutto degli storici, degli archeologi, degli esperti di arte militare, perfino dei politici. L'investimento di interesse è stato sempre notevole, in tutti i tempi, dai più antichi ai più recenti, da noi e presso gli stranieri, unanimemente ritenuto uno dei più grandi avvenimenti della storia del mondo. Né prima né dopo, infatti, si era verificata una strage simile (forse 70.000 persone) in un solo giorno (anzi in poche ore) in una battaglia campale, rimasta misteriosa e affascinante per il luogo dove si è svolta e per la data. E` più che comprensibile, quindi, che tutto ciò che riguarda la battaglia di Canne desti curiosità sia presso il lettore specializzato sia presso l'uomo della strada. Parte di questo fascino e di questo interesse è dovuto al fatto che, nonostante le numerose testimonianze storiche, nessuno è stato mai pienamente convinto della esatta ubicazione del luogo della battaglia, ora indicato a est ora a ovest dell'Ofanto, a volte più a nord o più a sud del suo corso, a volte addirittura altrove e lontano. Canne è sembrata una città misteriosa, vagante, introvabile.

Nell'anno 1938, il prof. Michele Gervasio, direttore del Museo di Bari, scopre un "grande sepolcreto" nell'attuale località di Canne. La localizzazione del "luogo" di svolgimento della battaglia di Canne ha in tal modo una svolta improvvisa, poiché la notevole scoperta archeologica può risolvere il problema della "pagina di storia contestata". Luogo, fiume e sponda possono infatti essere identificati facilmente, nei pressi del sepolcreto, a Canne. Il Generale di Squadra Aerea Domenico Ludovico, tra le sue pregevoli opere tecnico-militari scrive "La Battaglia di Canne" (Libreria Orologio - Roma); dal 1954 diventa Presidente del "Comitato Pro-Canne". Competente di questioni militari, può affermare che in tal modo si è posto termine alle incertezze "del luogo" che è Canne, e "della sponda" che è la destra del fiume Ofanto. Tutto sembra diventato chiaro per la risoluzione del problema che da secoli assilla e divide moltissimi studiosi italiani e stranieri che si sono dedicati alla localizzazione della più celebre battaglia dell'antichità. Era la conferma che tutti aspettavano, la prova definitiva della esatta ubicazione del luogo della battaglia. Le forme vagamente umane di alcune coperture di tombe ricordavano i sarcofagi antropoidi punici; gli scheletri circondati da alcuni crani facevano pensare a guerrieri punici cui erano state aggiunte le teste dei soldati romani, a mò di trofeo; i cadaveri raccolti nelle tombe dovevano essere dei Cartaginesi, mentre le ossa tutto intorno alle tombe non potevano essere che dei Romani. Le conclusioni erano o sembravano ovvie: le tombe di Canne erano quelle della battaglia. E fu la certezza assoluta della identificazione anche del luogo della battaglia, la fine di un incubo. Almeno così si credette.

I giochi sembrarono fatti, ma non tutti ritennero la questione ormai chiusa, anzi di lì a qualche anno Eleonora Bracco, Direttrice del Museo Archeologico di Matera, rese noto di aver scoperto in una zona di Matera gruppi di tombe molto simili a quelle rinvenute a Canne, ma di sicura epoca medioevale. Ciò fece sorgere tutta una serie di interrogativi e fece riaprire l'interesse per la questione. La Sovrintendenza per le Antichità per la Puglia, dal 1956, rifece una vasta campagna di scavi nella zona di Canne e avviò a diversa soluzione tutta la complessa questione. La Ispettrice Fernanda Tiné Bertocchi che diresse i lavori con impareggiabile maestria, arrivò a conclusioni definitive e sorprendenti, in un certo senso, contrarie alle aspettative di tutti: le tombe di Canne non erano del periodo annibalico (216-206 a.C.), ma di epoca medioevale (X sec.). Tutto il sito archeologico di Canne riguardava in gran parte questo ultimo periodo, anche se poggiava su un precedente e assai antico centro apulo, che non aveva dato segni di vita dal III sec. a.C.. Tra gli scheletri ritrovati c'erano anche quelli di bambini, donne e anziani, e ciò gettava più di un'ombra di dubbio su una battaglia che doveva essere stata crudele si, ma combattuta tra reclute, soldati in pieno vigore fisico, magari tra cinquantenni, non tra vecchi di oltre sessant'anni. Per le coperture "antropoidi", poi, esse erano comuni e abbastanza diffuse in tutto il medioevo, quindi non tipiche né esclusive della civiltà punica. Per non dire che in alcune tombe furono trovati orecchini di foggia bizantina, segni di croce (cristiana) greca e latina, monili del X sec. dopo Cristo.

Veniva meno così tutta la documentazione-testimonianza e crollava tutta la fantasiosa ipotesi di Canne. Le ricerche successive hanno trasformato le prove in continue e dure smentite di questo incredibile errore archeologico. Infatti non convinti e non contenti di questo risultato furono mandate in Inghilterra alcune ossa ritrovate nelle tombe di Canne per una loro esatta datazione.

Il Bollettino del "National Phisical Laboratory Radiocarbon Measurements" V 117 (del 1968) smentisce e senza appello l'appartenenza di quelle ossa (quelle ritrovate e mandate all'analisi) al periodo della battaglia di Canne e le colloca invece nel 985 dopo Cristo.

Nessun commento può comunque valere più del testo:

testo originale:

National Phisical Laboratory Radiocarbon Measurements V 117

D. Italy

NPL-89. Canne S.M.I 965±95 A.D. 985

Human bones from skeleton in grave (41° 17' 40" N Lat, 16° 08' 38" E Long) about 1 m. deep covered by light stratum of earth, found at Canne (Bari), Italy. Coll. 1964 by Gen. D. Ludovico and Dr., A. Martini, State Archaecologist Dept. of Taranto, and subm. by Gen. Ludovido. It was hoped that distinction could be drawn between skeletons from battle of Canne (216 B.C.) and those of Middle Ages also found in same locality. Comment (Gen. D.L.): sample must be from one of Middle Age skeletons known to exist in locality, fewer than those of battle of Canne.

traduzione italiana:

Ossa umane da scheletro in tomba profonda circa 1 metro coperta da un leggero strato di terra, trovate a Canne (Bari), Italia. Raccolte dal Gen. D. Ludovico e dal Dott. A. Martini, Sezione Archeologica di Stato di Taranto e convalidate dal Gen. Ludovico. Si era sperato che si potesse tracciare una distinzione tra gli scheletri della battaglia di Canne (216 a. C.) e quelli del Medio Evo trovati anch'essi nella stessa località. Commento (Gen. D.L.): il campione deve essere di uno degli scheletri del Medio Evo noti esistere nella località, in numero inferiore di quelli della battaglia di Canne.

L'età: A.D. 985 (985 d.C.). Non ci sono dubbi! Ma ove ne sorgessero, nella medesima pagina del Bollettino sono riportate, prima di Canne, altre tre datazioni, la prima da Hill Fare, Kircandineshire (Scozia) risalente al 3130 avanti Cristo; la seconda da Coygan Camp, Carmarthenshire del 3050 a.C.; la terza da Clarach Beach, Cardiganshire (ancora nel Galles come la precedente) risalente al 4020 a. C. Quarta ed ultima, ma, del 985 dopo Cristo, quella di Canne. Se teniamo conto dell'altra data 965+ o -95, si arriva con 965 + 95 = 1060 dopo Cristo, ed è ovvio il confronto con gli anni 1018 (vittoria dei Bizantini) e 1083 (vittoria di Roberto il Guiscardo).

In realtà, si ritorna al punto di partenza, con qualche difficile problema in più da risolvere per il precedente riconoscimento già conferito a Canne della Battaglia e la creazione di un monumento, di una stazione ferroviaria, ecc., nonché delle celebrazioni che annualmente, il 2 agosto, qui ricordano la grande battaglia.

Dov'è la "verità" storica?