Le fonti letterarie e storiche
STRABONE
GEOGRAFIA - L'Italia
BIBLIOGRAFIA
GEOGRAFIA, L'ITALIA, LIBRI V-VI
RIZZOLI LIBRI S.p.A. - MILANO - 1988
Estratti libro V-4
2. Proprio sul
mare c'è invece Aternum, che confina col Piceno, omonima al fiume che fa da confine
col territorio dei Vestini e dei Marrucini… Dopo Aternum c'è Ortona, porto dei
Frentani e Buca, anche questa dei Frentani, che è vicina a Teanum Apulum… Il
tragitto per mare dal Piceno al territorio degli Apuli chiamati dai Greci
Dauni, è circa 490 stadi
11. …Quanto ai
Sanniti, essi dapprima fecero spedizioni fino a quella parte del territorio
latino che è nei pressi di Ardea; in seguito, dopo aver saccheggiato la
Campania, avevano acquistato molta potenza… E infatti ora le città sono
diventate villaggi: alcune sono del tutto scomparse, come Bovianum, Aesernia,
Panna, Telesia vicina a Venafrum, e altre siffatte delle quali nessuna merita
di essere chiamata città… Beneventum e Venusia tuttavia hanno mantenuto la loro
importanza.
Estratti libro VI-3
9. Da Bari al
fiume Aufìdus, su cui si trova il porto dei Canusiti, ci sono 400 stadi; per
raggiungere il porto si risale il fiume per 90 stadi. Vicino c'è anche Salapia,
porto della città di Argyrippa: non molto lontano dal mare, nella pianura,
sorgono infatti due città, che furono un tempo le più grandi fra le Italiotidi,
come mostra il loro muro di cinta: Canusium ed Argyrippa, che però ora è più
piccola. Essa era chiamata in origine Argos Hippium, poi Argyrippa, poi con il
nome odierno di Arpi. Si dice che tutte e due siano state fondate da Diomede
dei cui dominio su questi luoghi vengono indicati come segni la pianura che
porta il suo nome e molti altri. Nel tempio di Atena a Luceria ci sono per
esempio antichi doni votivi (anche Luceria fu un'antica città dei Dauni, ora
caduta in rovina) e nel mare vicino ci sono due isole chiamate "Isole di
Diomede", delle quali una è abitata, mentre dicono che l'altra sia
deserta. In quest'ultima, secondo quanto favoleggiando raccontano alcuni,
avvenne la sparizione di Diomede e la metamorfosi dei compagni in uccelli.
Anche ora infatti essi continuerebbero a stare qui addomesticati e vivrebbero
quasi come esseri umani, mostrando dimestichezza verso gli uomini giusti e
tenendosi invece lontani dai criminali e dagli empi. Si è già parlato a suo
tempo anche delle tradizioni relative a Diomede diffuse fra i Veneti e degli
onori che vengono resi nei confronti di questo eroe. È ritenuta
fondazione di Diomede anche la città di Sipuntum che dista da Salapia circa 140
stadi ed era chiamata, con nome greco, "Sepius" a motivo delle seppie
sbalzate qui dalle onde. Fra Salapia e Sipuntum c'è un fiume navigabile e una
grande laguna attraverso i quali vengono trasportate le merci provenienti da
Sipuntum e soprattutto il grano.
Presso
una collina della Daunia, il cui nome è Drion, si possono vedere due santuari
di eroi: quello di Calcante, situato proprio sulla sommità (coloro che
consultano l'oracolo sacrificano all'eroe un ariete nero e dormono avvolti
nella sua pelle) e quello di Podalirio, situato in basso, ai piedi della
collina, a circa 100 stadi dal mare: da esso scorre un piccolo fiume che
guarisce tutte le malattie del bestiame.
In
questo golfo c'è un promontorio sul mare, il Gargano, che si protende verso
levante per 300 stadi. Doppiando il capo del promontorio si incontra la piccola
città di Urium, mentre le Isole di Diomede, sorgono proprio davanti alla punta.
Tutta questa terra è fertile e produce ogni genere di prodotti; inoltre è la
migliore per l'allevamento dei cavalli e delle pecore. La lana che si produce è
più morbida di quella di Taranto, ma meno lucida. La terra è ben riparata,
perché le pianure sono avvallate. Alcuni sostengono anche che Diomede si
accinse a tagliare un canale fino al mare, ma che dovette lasciare incompiuta
quest'opera, così come altre, perché era stato richiamato in patria, dove fu
sorpreso dalla morte. Questo è uno dei racconti sull'eroe; ce n'è poi un altro
secondo cui egli sarebbe rimasto qui fino alla morte e un terzo, mitico, che ho
già raccontato parlando della sua sparizione nell'isola. Qualcuno può poi
considerare, come quarta versione, quella narrata dai Veneti: costoro
raccontano infatti una leggenda secondo cui la morte dell'eroe, che essi
chiamano "apoteosi", sarebbe in qualche modo avvenuta presso di loro.
10. Le distanze
citate fin qui sono quelle date da Artemidoro. Il Corografo dice invece che da
Brentesion fino al Gargano ci sono 165 miglia (secondo Artemidoro sarebbero di più);
di qui ad Ancona 254 miglia, mentre Artemidoro considera 1.250 stadi fino al
corso dell'Aesis, fiume vicino ad Ancona, il che è molto meno. A sua volta
Polibio dice che la distanza dalla lapigia è stata calcolata in miglia e che è
pari a 562 miglia fino alla città di Sena; di qui ad Aquileia ci sarebbero poi
178 miglia. Essi non sono inoltre d'accordo con la misura comunemente accettata
relativa alla costa illirica, dai monti Cerauni alla parte più interna del
golfo Adriatico, dal momento che la indicano come superiore a 6.000 stadi,
considerandola così più lunga della costa italiana, sebbene sia molto più
breve. Tuttavia, come ho spesso affermato, ogni scrittore è in disaccordo e con
tutti gli altri, particolarmente per quel che riguarda le distanze. Quanto a
me, dove è possibile dare un giudizio, esprimo quella che è la mia opinione, ma
laddove invece non è possibile, penso di dover far conoscere le opinioni degli
altri. Se poi non ho opinioni da riportare, non è da meravigliarsi che anch'io
abbia tralasciato qualcosa, specialmente quando si consideri il carattere della
mia opera: infatti non passerei sotto silenzio qualcosa di importante, ma per
quel che riguarda piccole cose, la loro conoscenza è di poco giovamento e la
loro omissione risulta priva di rilievo e non toglie niente, o non molto, alla
completezza dell'opera.
11. Lo spazio che
viene subito dopo il Gargano è occupato da un golfo profondo: sulle sue rive
abitano gli Apuli propriamente detti, che parlano la stessa lingua dei Dauni e
dei Peucezi e non si distinguono da loro, almeno oggi, per nessun aspetto,
sebbene sia ragionevole supporre che precedentemente ci fossero delle
differenze e che per questo anche i nomi diversi abbiano prevalso in
opposizione fra loro.
In
tempi precedenti, dunque, l'intero paese era prospero ma fu poi devastato da
Annibale e dalle guerre successive. Qui avvenne anche la battaglia di Canne, in
cui i Romani ed i loro alleati subirono una grande perdita di vite umane.
Nel
golfo c'è un lago e oltre il lago, nell'entroterra, c'è Teanum Apulum, omonimo
di Teanum Sidicinum; a questo punto la larghezza dell'Italia sembra ridursi
considerevolmente e da qui alla regione di Dicearchia, da un mare all'altro,
non resta che un istmo di larghezza inferiore a 1.000 stadi.
Dopo la
palude, procedendo lungo la costa, si arriva al territorio dei Frentani e a
Buca. A partire dalla palude dall'una e dall'altra parte ci sono 200
stadi per giungere fino a Buca e al Gargano.
La zona
successiva a quella intorno a Buca è stata già descritta in precedenza.